istock-489523492Leadership agroalimentare dell’Italia, turismo, Direttiva Bolkestein e imprese balneari, accordo CETA. Sono questi i temi affrontati in un incontro a Roma fra il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e una delegazione della CNA guidata dal presidente nazionale, Daniele Vaccarino, e dal segretario generale, Sergio Silvestrini.

Agroalimentare

L’Italia deve fare ogni sforzo per mantenere la leadership mondiale nel settore agroalimentare. Alcuni strumenti sono perciò decisivi. Etichettatura corretta dei prodotti Made in Italy (a tutela del consumatore), certezza di obblighi per le imprese, sfoltimento degli oneri burocratici e controlli efficaci. Oggi, per avviare un’attività di impresa, ci sono da affrontare oltre 50 adempimenti. Quanto ai controlli, sono affidati a circa 20 “autorità”, suddivise fra i vari ministeri. Risulta pertanto non più rinviabile la creazione di un’unica banca dati per impedire controlli plurimi sulle medesime aziende e per un identico motivo.

Turismo

Occorre mettere in campo strumenti e interventi per trasformare la filiera del turismo, composta da artigiani, professionisti e operatori turistici, in un grande “Sistema Turismo Italia”. E’ su queste migliaia di imprese che si può e si deve costruire il rilancio del turismo.

Imprese balneari

CNA chiede un intervento rapido del governo per la soluzione della questione balneare italiana, restituendo la continuità aziendale e la stabilità alle attuali 30mila imprese balneari e scongiurando aste ed evidenze pubbliche. C’è altresì la necessità di una verifica e di una certificazione della “non scarsità” del bene spiaggia e della conseguente disponibilità con la quale non è applicabile la Direttiva Servizi, la cosiddetta Bolkestein.

Accordo CETA

Gli scambi commerciali, se ben regolati, arricchiscono l’economia, incrementano l’occupazione e fanno lievitare le entrate fiscali e contributive. L’accordo CETA, per la CNA, è sicuramente un buon accordo che porta e porterà vantaggi alle micro, piccole e medie imprese che, già oggi, nei più importanti settori di export verso il Canada, e cioè meccanica, alimentari e sistema moda, superano il 50 per cento del movimento totale. Per le relazioni commerciali dell’Italia il Canada è strategico: dovrà esserlo anche in futuro.