luigia-melaragniUn Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per il sostegno delle imprese dell’artigianato artistico e tradizionale. A richiederne l’istituzione, è la CNA, che a tal fine presenterà, in questi giorni, in Parlamento un emendamento al decreto legge Ristori del 28 ottobre. Il testo è pronto. Si propone di aggiungere un articolo (3-bis): “Fondo per il sostegno alle imprese che esercitano attività di artigianato nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale”. I criteri e le modalità di ripartizione e assegnazione delle risorse agli operatori dovranno essere stabiliti – secondo la CNA – con decreto del ministro dello Sviluppo Economico, sentite la Conferenza permanente Stato, Regioni e province autonome nonché le associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale.

“Invitiamo i parlamentari eletti nel nostro territorio a sostenere l’emendamento. Nei comuni dell’Alto Lazio, gli artigiani che operano nei settori artistici non solo conservano un patrimonio di conoscenze e tecniche davvero unico, ma costituiscono un presidio di socialità. L’emergenza sanitaria sta mettendo a rischio la sopravvivenza di tante di queste attività, in gran parte integrate nella filiera turistica. Dobbiamo fare del tutto per garantirne la tenuta”, è l’appello della segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Luigia Melaragni.

Il Fondo, per il quale si chiede, appunto, una copertura finanziaria di 50 milioni di euro per il 2020, è “indispensabile e urgente”, “in attesa di tracciare un progetto per il concreto rilancio del’artigianato artistico”, come scrive la CNA nel motivare la proposta.

“La crisi attuale – spiega la Confederazione – va a sommarsi a problemi altrettanto gravi, che il settore eredita e sconta. L’economia globale, infatti, ha apportato nei confronti del sistema produttivo italiano indubbi benefici. Ma è stata foriera, al contempo, di pericolose insidie per la caratterizzazione e l’unicità dei prodotti, che rischiano di condannare alla marginalità le nostre migliori arti. Ecco dunque l’esigenza di salvaguardare le realtà produttive esistenti, capaci di competere in autonomia sul mercato in ragione di una ineguagliabile formazione professionale, frutto di creatività ed ingegno. D’altra parte, il settore riveste tuttora un ruolo non secondario nell’ambito dell’artigianato e, più in generale, dell’economia italiana”.