autobusLa crisi economica innescata dalla pandemia e le sue implicazioni sul piano sociale, hanno posto in primo piano le incrinature del sistema dei trasporti. Davanti alla Commissione Trasporti della Camera, CNA Fita ha perciò rilevato che si deve procedere a un radicale cambio di paradigma per ciò che attiene alla programmazione del trasporto pubblico locale, accreditando, in maniera strutturale, il ruolo dei privati nell’offerta dei relativi servizi.

Alcune Regioni si stanno già prodigando, altre sono molto indietro, quando avrebbero, invece, l’opportunità di coinvolgere molte imprese, a partire da quelle dei bus turistici.

Nel generale ridisegno della mobilità, è quanto mai opportuno sostenere e promuovere l’utilità resa alla collettività dal trasporto pubblico non di linea (taxi ed NCC). Sussistono ampi margini, infatti, per la fornitura di servizi conferenti con uno scenario socio-economico soggetto a repentini processi evolutivi. Per fare un esempio, i mesi scorsi hanno dato prova del fatto che, allo stato delle cose, soltanto taxi ed NCC sono in grado di esibire caratteristiche di flessibilità capaci di corrispondere ai bisogni e alle priorità dei territori a domanda di mobilità debole.

Un primo passo potrebbe consistere nel potenziamento e nella conseguente stabilizzazione normativa di alcune misure – si pensi al voucher mobilità introdotte con i provvedimenti di contrasto alla pandemia, superando le attuali restrizioni territoriali che ne limitano l’efficacia alle grandi città.

Nel medio-lungo periodo, in tema di trasporto pubblico locale, occorre completare alcuni processi già avviati:

  • favorire l’adozione dei costi standard (e il superamento delle quote storiche), utilizzandoli per definire sia i criteri di ripartizione dei contributi alle singole Regioni sia i valori economici per le gare dei contratti di servizio e, infine, come riferimento per l’assegnazione dei contratti di sub affidamento dei servizi;
  • rinnovare le flotte bus con un’equa ripartizione, includendo anche i privati, delle risorse destinate al trasporto pubblico locale (modalità che potrà essere meglio definita con l’adozione dei costi standard che includono anche gli ammortamenti);
  • il criterio di riparto delle risorse tra aziende pubbliche e private deve sempre essere informato al principio della proporzionalità delle percorrenze, assicurando in tal modo pari dignità ai vettori che operano in ogni territorio. I corrispettivi chilometrici devono essere congrui e sostenibili, ottemperando così al principio di sicurezza per i trasportati e a quello del rispetto ambientale.