Presentato il decalogo per modernizzare e rendere più efficiente la Pubblica amministrazione. La relazione di Sergio Silvestrini, Segretario Generale della Cna. Il confronto tra il ministro Marianna Madia e il Presidente della Cna, Daniele Vaccarino. “La semplificazione è un tema-simbolo, in cui idealmente si condensano tutte le qualità della Pubblica amministrazione che vorremmo. E, per converso, si specchiano i grandi difetti della Pubblica amministrazione che, nella realtà, abbiamo. Una realtà, ci dispiace dirlo, distante anni luce dalla vita e dalle esigenze delle imprese”. Lo ha affermato Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, introducendo il confronto tra il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, e il presidente della Confederazione, Daniele Vaccarino, sulle “Dieci proposte di semplificazione” della Cna “per liberare l’Italia dal piombo che pesa sulle ali delle imprese”.

Silvestrini ha sottolineato la necessità di “una sorta di <rivoluzione copernicana> che metta al centro la micro e piccola impresa e con essa l’attuazione di un sistema di regolazione meno complesso e ripetitivo, capace di adeguare le sue richieste alle dimensioni delle imprese. Per essere veramente uguale talvolta è necessario che la legge sia diseguale. <Prima pensa al piccolo> non è un principio generale da confinare nel regno degli ideali astratti”.

Dopo aver evidenziato che “alcuni interventi messi in campo ci indicano che stiamo andando nella giusta direzione”, Silvestrini ha presentato il “decalogo” della Cna, dieci proposte per “liberare l’Italia, un obiettivo certo molto ambizioso, ma possibile”. Un obiettivo che punta a far risparmiare ai quattro milioni e mezzo di piccole imprese italiane una parte cospicua dei cinque miliardi di costi burocratici: un euro ogni dieci minuti, sei l’euro l’ora, 48 euro ogni giorno lavorativo, 11mila euro l’anno.

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Vaccarino ha sottolineato come “appare inspiegabile che a tutte le imprese, anche quelle più piccole, vengano chiesti gli stessi adempimenti di imprese con centinaia di dipendenti. Questo fa nascere e crescere la sfiducia tra gli imprenditori”. Aggravata da casi limite, come la sicurezza sul lavoro: “Esistono otto diversi enti cui spetta il controllo e che sono legittimati ognuno a chiedere qualcosa”. Serve, insomma, è la richiesta avanzata dal Presidente della Cna, “un’Agenzia dedicata che elimini le duplicazioni e coordini le ispezioni, diminuendole per le imprese a basso rischio”.

Per Vaccarino è anche inspiegabile che “l’unico invito arrivato dall’Unione europea a non essere stato accolto in Italia sia quello della legislazione e degli appalti a misura di piccole imprese”. A proposito di alcune riforme, Vaccarino ha sottolineato come le Camere di commercio, proprio su input della Cna, hanno cominciato un percorso di autoriforma. “Ma nessuno può pensare – ha precisato – di trasferire alcune funzioni svolte dal sistema camerale agli enti locali prima che questi si siano attrezzati adeguatamente. Lo sportello unico, nato nel ’97 e rimasto sulla carta, è l’esempio di come servizi disponibili in teoria poi, nella pratica quotidiana, non funzionano per niente”.

Il ministro Madia, a sua volta, ha sottolineato come la semplificazione sia uno degli obiettivi principali del Governo guidato dal premier Matteo Renzi. “Entro Natale approveremo le norme relative all’Agenda semplificazione – ha promesso – che, già entro fine novembre, andrà in conferenza unificata”. Per quanto riguarda il tasso di riformismo della politica, ha sottolineato come, a suo parere, non sia determinato dal numero ingente di leggi approvate, ma al contrario dal numero ingente di leggi eliminate: “su questo punto, però, il nostro orizzonte non può essere che il 2018, la scadenza naturale dalle legislatura”. Anche perché, ha spiegato il titolare della Pubblica amministrazione, “il nostro Governo si è preso in carico di implementare anche le leggi approvate dai Governi precedenti e non attuate”. Infine, il ministro Madia ha spiegato che tutta una serie di norme, comprese i tagli alle Camere di commercio, vanno lette in chiave di “unificazione della Pubblica amministrazione”. Lo scopo è quello “di far sentire le diverse amministrazioni parte di un tutto nell’ambito di una grande riforma della presenza pubblica sul territorio, che faciliti la vita dei cittadini e delle imprese”. Al termine dei lavori, il ministro ha risposto anche a domande dei giornalisti presenti su temi diversi, in particolare sulla legge elettorale e sul pubblico impiego. “La legge elettorale è una priorità assoluta – ha affermato – da troppi anni siamo bloccati su un’incapacità della politica di riformare il nostro sistema elettorale, ma questo non credo che debba far ritardare la riforma della Pubblica amministrazione, riforma che è per i cittadini e le imprese e per questo deve andare avanti con tempi veloci”. Il ministro ha anche reso noto che il Governo sta lavorando per la riapertura del contratto pubblico, ribadendo che, dall’inizio della crisi, “nessuno nella Pubblica amministrazione ha perso il posto di lavoro e nessuno lo perderà”.

La grafica delle “10 proposte per la semplificazione”. 
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