Un taglio netto del 50% del diritto camerale, mediamente pari a 49 euro per impresa è quanto annunciato dal decreto legge che sta licenziando il Governo. Un piccolo sollievo per le nostre aziende pari a un caffè a settimana, a fronte di servizi che nel prossimo futuro potrebbero essere compromessi o svolti dalle Camere di Commercio solo a pagamento o a costi maggiori.

Ecco alcune delle attività della Camera di Commercio di Viterbo che potrebbero essere interessate dal provvedimento:

–     la consulenza gratuita alle imprese per gestione, contabilità, promozione, logistica, reti di impresa, progettazione europea;

–     la formazione a imprenditori e professionisti spesso a costo zero o a condizioni particolarmente vantaggiose;

–     i contributi per certificazioni Soa, qualità, CSR e Green Economy elevando la competitività delle imprese;

–     il progetto di valorizzazione del Marchio Tuscia Viterbese che ha fatto crescere nella provincia il legame tra territorio ed enogastronomia;

–     I contributi ai Confidi che erogando 3,6 milioni di euro negli ultimi 14 anni hanno generato la possibilità per le imprese di avere a disposizione 72 milioni di euro;

–     l’affiancamento, i servizi e la formazione alle imprese che partecipano ad attività fieristiche e incoming nazionali e internazionali;

–     l’attività di marketing territoriale che nel corso degli anni ha promosso la Tuscia nel Lazio e in Italia attraverso campagne di comunicazione e iniziative promozionali;

–     la promozione e formazione per il turismo per le strutture ricettive attraverso il sistema a  rete Tuscia Welcome;

–     l’orientamento al lavoro e all’autoimprenditorialità  per gli studenti delle scuole superiori

–     Il sostegno all’attività di ricerca e all’innovazione tecnologica di concerto con l’Università della Tuscia;

–     Tariffe agevolate per l’attività di certificazione agroalimentare (olio, nocciola, castagna, patata);

–     L’attività di informazione economica e di ricerca statistica;

–     La promozione dell’imprenditoria femminile attraverso corsi, convenzioni, iniziative;

–     Le verifiche degli strumenti di misura che interessano migliaia di imprese;

–     la mediazione-conciliazione, che offre la possibilità di risolvere con rapidità e convenienza le controversie;

–     l’attivazione dello Sportello Unico Attività Produttive, la formazione del personale e l’assistenza amministrativo-giuridico dei Comuni.

Inoltre probabilmente la contrazione di risorse potrebbe avere ripercussioni negative anche sulle attività di semplificazione amministrativa e sull’apporto offerto finora a tutto tondo dalla rete camerale regionale, nazionale ed estera.

Le Camere di Commercio, come sostiene anche il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, sono pronte a fare la loro parte di risparmi e razionalizzazioni a favore delle imprese italiane, in linea con gli indirizzi che il Governo si è dato per lo sviluppo del Paese. Tuttavia ci teniamo, con orgoglio, a sostenere come il sistema camerale in oltre 150 anni di storia sia divenuto un rifermento certo per le imprese e le istituzioni tutte, e disponga di un patrimonio di risorse umane, materiali e immateriali, un know how straordinario, che sarebbe un vero peccato disperdere o sottoutilizzare. Confidiamo che nelle prossime settimane ci sia un confronto serrato con il Governo e il Parlamento in cui si consideri la funzione camerale di sintesi funzionale nel tessuto economico locale. Siamo convinti che le Camere di Commercio, oltre a essere indispensabili per lo svolgimento di servizi amministrativi che regolano la vita delle imprese, possano dare un ulteriore slancio alla crescita del Paese rafforzando il loro ruolo di organismi di prossimità per le aziende, i professionisti e gli enti locali, al di sopra di interessi particolari e sensibili alle esigenze specifiche del territorio.

Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo

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