Il Pnrr è un’opportunità irripetibile di modernizzare il paese e renderlo più competitivo e inclusivo. Abbiamo un’enorme responsabilità verso i giovani, pertanto la parola fallimento non è contemplata. Ma se le nostre imprese non saranno pienamente coinvolte l’Italia rischia di andare a sbattere. Il Presidente Nazionale di CNA Dario Costantini dal palco dell’assemblea di CNA Bergamo lancia un monito alla politica e alle istituzioni. Senza le piccole imprese che sono l’ossatura del Paese non ci sarà Pnrr, transizione ecologica, innovazione. Pnrr, transizione, codice appalti, intelligenza artificiale sono  stati lo sfondo del confronto-intervista a Costantini e al sindaco di Bergamo Giorgio Gori dalla quale è emerso il ruolo cruciale che svolge la piccola impresa italiana.

Tema principale il piano nazionale con oltre 200 miliardi di investimenti e le preoccupazioni sul confronto con l’Europa per rivederlo. “Abbiamo sempre sostenuto che la revisione del Pnrr non è un dramma. Anche perché le sei missioni e l’allocazione delle risorse sono state definite prima della crisi energetica e della guerra in Ucraina. Rimodulare alcuni interventi, – ha detto Costantini – potenziare la componente sull’energia è quasi ovvio. C’è un tema però sul quale gli ultimi tre governi non hanno compiuto progressi: la pubblica amministrazione ha una capacità di spesa per investimenti da 20 miliardi l’anno. Con il Pnrr e gli altri programmi dovrebbe triplicare quella capacità. È come avere una Panda e pensare di guidare una Ferrari. Da almeno due anni sollecitiamo i governi a coinvolgere imprese e capitali privati per realizzare obiettivi di interesse pubblico. La sfera pubblica non può fare tutto da sola. Faccio un solo esempio. In due anni i bonus casa hanno attivato investimenti superiori a 100 miliardi di euro. Nel Pnrr c’è uno stanziamento da 1,5 miliardi per la riqualificazione di edifici pubblici. Non risulta che sia stato speso un solo euro”.

L’apparato pubblico deve abbandonare la tentazione che possa fare tutto da solo. Coinvolgere le imprese in modo attivo significa anche attivare investimenti privati aggiuntivi, che altrimenti non si realizzerebbero. Qualche settimana fa anche il Ministro Fitto si è espresso in questa direzione: utilizzare lo strumento del credito d’imposta per consentire ai privati di investire le risorse pubbliche. “Auspichiamo che le parole del ministro si trasformino in atti concreti. La CNA ha un atteggiamento propositivo e un anno fa abbiamo presentato una proposta per accelerare la messa a terra delle risorse del Pnrr e la transizione green. Incentivare con un credito d’imposta del 50% l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici sfruttando i tetti dei capannoni delle imprese. Con una dotazione di 2,5 miliardi in tre anni  si possono coinvolgere 200mila piccole imprese con grandi benefici: investimenti rapidi, nessun consumo di suolo, attivazione di capitali privati, 8.700 MW di nuova potenza (pari al 30% del totale oggi disponibile), riduzione di 2 miliardi di mc l’anno di gas, taglio al costo delle bollette del 60%.

Il Presidente Costantini ha poi partecipato al dibattito dal titolo “Qual è il futuro della rappresentanza? La sinergia dei tre livelli come risposta ai bisogni delle nostre imprese” al quale hanno partecipato il Presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini e il Presidente di CNA Bergamo Leone Algisi.