“Innovazione Sostantivo Femminile” è il bando della Regione Lazio che ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese femminili sostenendone i progetti di innovazione con contributi a fondo perduto fino a 30mila euro. L’avviso, che prevede l’invio delle domande dalle ore 12 del 17 marzo alle 18 del 16 giugno, è stato presentato questa mattina nel corso di un evento al quale hanno partecipato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e l’assessore allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Startup e Innovazione, Paolo Orneli. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo bando che arriva alla sua quinta edizione e ha già finanziato centinaia di progetti imprenditoriali portati avanti con l’impegno di donne residenti nella nostra regione”, ha detto il presidente. “Non è un caso che il primo bando della nuova Programmazione POR FESR 2021/2027 sia per ‘Innovazione Sostantivo Femminile’ – ha sottolineato l’assessore -. È una misura cui teniamo molto, perché punta a promuovere e valorizzare il ruolo delle donne nell’ecosistema dell’innovazione della nostra regione. Una delle sfide cruciali che intendiamo affrontare è quella dell’utilizzo dei fondi europei per rafforzare l’empowerment delle donne nella ricerca, nell’impresa e nelle professioni”.

Nelle precedenti quattro edizioni, lo stanziamento complessivo è stato di oltre 5 milioni di euro per 191 progetti imprenditoriali.

Il bando 2022 mette a disposizione 3 milioni di euro per contributi a fondo perduto con un importo massimo, come si è detto, di 30mila euro per ciascun progetto.

La misura del contributo varia da un minimo del 50% a un massimo del 70% dei costi ammissibili, il cui importo non può essere inferiore a 20mila euro.

Ciascuna impresa femminile può presentare un solo progetto agevolabile, coerente con la “Smart Specialization Strategy (S3)” della Regione, che riguardi:

  1. tecnologie digitali e/o soluzioni tecnologiche consolidate che permettono di elaborare, memorizzare/archiviare dati;
  2. processi e sistemi di automazione industriale per il miglioramento della qualità del processo produttivo e dei prodotti (ad esempio, macchine a controllo numerico), anche in termini di sicurezza e sostenibilità (riduzione impatto ambientale, riduzione utilizzo risorse, quali, ad esempio, energia e acqua);
  3. processi e sistemi produttivi flessibili, quali sistemi robotizzati “intelligenti”, interfacce evolute uomo-macchina, sistemi di programmazione e pianificazione intelligente dei compiti, in particolare per il miglioramento dell’efficienza energetica dei processi;
  4. processi e sistemi di fabbricazione digitale, inclusa l’adozione di tecnologie digitali avanzate a supporto dei processi produttivi.

Si considera impresa femminile: la lavoratrice autonoma donna; l’impresa individuale la cui titolare è una donna; la società cooperativa e la società di persone in cui il numero di donne socie rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti della compagine sociale; lo studio associato in cui il numero di donne associate rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti della compagine sociale; la società di capitale le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne o MPMI femminili e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne. Il requisito di impresa femminile deve essere posseduto alla data di presentazione della domanda e mantenuto per almeno tre anni dall’erogazione del contributo. Info e assistenza: CNA di Viterbo e Civitavecchia, telefono 0761.2291.