CNA esprime sorpresa e delusione per le valutazioni sul Superbonus 110% espresse dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che, nell’intervento in aula all’Europarlamento, a Strasburgo, ha detto di non essere d’accordo sulla validità di questo strumento.

La misura – sottolinea CNA – ha dimostrato di coniugare le esigenze di riqualificazione energetica degli immobili residenziali e di funzionare da volano per l’intero comparto delle costruzioni e della ripresa economica del Paese.

“La spinta della filiera del Superbonus  e dei servizi a questa collegati al sistema imprenditoriale, determinante lo scorso anno, risulta evidente – osserva Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia – anche negli ultimi dati relativi al movimento anagrafico delle imprese nel primo trimestre 2022. Impensabile archiviare a breve l’esperienza dell’incentivo. I riflessi sull’economia, oltre che sull’importante processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare in chiave di ecosostenibilità, sarebbero disastrosi”.

Non è accettabile, secondo la CNA, la continua messa in discussione degli incentivi all’edilizia, che sono parte integrante della programmazione della politica economica approvata dal governo e dal Parlamento attraverso il Documento di economia e finanza e la Legge di Bilancio.

Si alimenta così un clima di incertezza, anche per le continue modifiche normative, che scoraggia la propensione agli investimenti, proprio mentre la congiuntura mostra preoccupanti segnali di debolezza.

Piuttosto, da tempo la Confederazione di artigiani e piccole imprese sollecita l’avvio di un confronto con il governo per definire un assetto organico del sistema degli incentivi all’edilizia, anche rivedendo l’entità dei benefici, in un quadro di certezze per i committenti e le imprese e di stabilità nel tempo. Certezze e stabilità che rappresentano le condizioni essenziali per l’efficacia delle misure.