C’è poco da fare: quando arriva Santa Rosa, ruota tutto intorno a lei. Quando poi torna, dopo uno stop lungo due anni, si prende l’intera vetrina. Come quella della Pasticceria Garibaldi, per esempio, che l’ha allestita con i prodotti della festa e i bozzetti delle Macchine. Ma i dolci sono protagonisti anche in nei forni e nelle pasticcerie degli artigiani CNA: maritozzi, biscotti dei Facchini, pane di Rosa.

I primi ritornano facendo vivere ancora una tradizione che si era fermata solo per il Covid. La ripartenza c’è pure qui, e che ripartenza: 250 maritozzi. Il Vapoforno in via Pasubio li sta preparando, come ogni anno, per i Facchini. Eraldo e Stefano Costantini li consegneranno freschi, appena sfornati, a tutta la formazione che porterà sulle spalle Gloria, la Macchina di Santa Rosa. “Ce ne sono stati ordinati 250, ma ovviamente chiunque può trovarli qui da noi. A ridosso della festa, sono molto richiesti. Durante la pandemia non li avevamo più prodotti, ma ora riprendiamo”. L’impasto è a base di uvetta, aromi e zucchero. Si tratta di una ricorrenza che risale a decenni fa: una volta erano distribuiti dal forno che si trovava in fondo alla salita di Santa Rosa, il Vapoforno l’ha rimessa in moto così dal 1983.

Pane di Rosa e biscotti del Facchino, invece, per la Pasticceria Primavera, in via Vico Squarano 81, e la Pasticceria Garibaldi, sull’omonima via inclusa nel percorso della Macchina. “Pane e biscotto – spiega Alvaro Gobattoni della Pasticceria Primavera – sono prodotti che ci chiedono tanto i turisti quanto i viterbesi. Il pane è a base di pasta lievitata con nocciole, mandorle, noci, uvetta e cannella. Il biscotto invece è una nostra innovazione: ci sono cioccolato all’80 per cento, noci, farina di mandorla”.

La Pasticceria Garibaldi ha allestito l’intera vetrina sulla festa. “Il pane di Santa Rosa – commentano – è tipico di questo periodo. E da qualche anno produciamo anche i biscotti decorati che raffigurano i Facchini, in semplice pastafrolla con decorazione in zucchero”. Il pane invece è a base di “farina e uova, ma ci sono anche le nocciole dei Monti Cimini, uvetta e cioccolato fondente. Va molto bene, lo vogliono assaggiare i viterbesi ma soprattutto i turisti, incuriositi dalla vetrina: chiedono informazioni e lo prendono”.